Dott.ssa Alfonsina Naddeo
Biologa - Nutrizionista



Biografia




La Dott.ssa Alfonsina Naddeo è una biologa nutrizionista, ha conseguito la laurea magistrale in Biotecnologie Mediche ed il Master in “Alimentazione per il benessere e la salute” presso l’Università Cattolica del sacro Cuore, sede di Roma. Forte sostenitrice del modello di dieta mediterranea, si impegna ad educare i propri pazienti a delle corrette abitudini alimentari e ad uno stile di vita sano per vivere bene e in salute, senza rinunciare ai piaceri della tavola.

La Dott.ssa Naddeo partecipa periodicamente a corsi di formazione ed aggiornamento professionale che, a suo avviso, costituiscono uno strumento strategico per la crescita professionale, lo sviluppo di nuove competenze ed il rafforzamento di quelle esistenti.Il principio di base è un’alimentazione funzionale che prevede un approccio individuale e personalizzato (in base ai problemi di salute e alle esigenze di ognuno), basato sulle evidenze scientifiche, con il fine di identificare cause e squilibri per migliorare la salute del paziente e promuovere il benessere fisico e mentale.

Si Propone una combinazione personalizzata di alimenti che realizza la sinergia giusta di nutrienti capace di condizionare il lavoro degli organi e la liberazione degli ormoni che sono alla base dell’accumulo di grasso nelle diverse zone del corpo e dell’insorgenza di numerose patologie e disfunzioni: quelle cardiovascolari, il diabete, il cancro, le malattie degenerative, i disturbi ormonali e quelli gastrointestinali.

Curriculum



2001/2006
10/2006-02/2012
Liceo Scientifico Leonardo Da Vinci
Diploma di maturità scientifica con voto 100/100
Biologia - Matematica - Fisica
10/2006-03/2010
Università Cattolica del Sacro Cuore
Laurea triennale in Biotecnologie Sanitarie con voto 109/110 - Tesi in Biochimica Clinica “Obesità e biomarkers infiammatori”
Tirocinio nel laboratorio di Biochimica Clinica del Policlinico Universitario Gemelli
10/2009-02/2012
Università Cattolica del Sacro Cuore
Laurea magistrale in Biotecnologie Mediche con voto 110/110 - Tesi in Emocoagulazione: “Pattern dei multimeri del Fattore di von Willebrand in corso di Porpora Trombotica Trombocitopenica” - Relatore Prof. Raimondo De Cristofaro
Tirocinio presso il laboratorio di analisi del Campolongo Hospital (SA) della durata di cinque mesi (giugno-ottobre 2012)
Ia Sessione dell’anno 2012
Università della Tuscia Viterbo
Abilitazione all’esercizio della professione di biologo.

Iscritta all’albo Professionale Sezione A, numero d’ordine: AA_068955
Tirocinio nel laboratorio di Emocoagulazione UCSC
02/2013-12/2013
Università Cattolica del Sacro Cuore
Master Universitario di I livello: “Alimentazione per il benessere e la salute”
Gennaio 2014
Inizio libera professione come Biologo Nutrizionista.
Aprile/Maggio 2016
Inizio collaborazione come consulente esterno presso il Centro diabetologico Amild (Sa)


Experience




Elaborazione di diete personalizzate fisiologiche e patologiche dopo aver effettuato analisi nutrizionale e familiare e aver preso misure antropometriche.
Esame della composizione corporea (bioimpedenziometria) con Analizzatore BIA Akern 101.



HPLC
La cromatografia liquida ad alta prestazione (in inglese High Performance Liquid Chromatography, un tempo nota come high-pressure liquid chromatography, ovvero cromatografia liquida ad alta pressione), più semplicemente nota con l'acronimo inglese HPLC è un tipo di cromatografia liquida che rappresenta l'evoluzione strumentale della cromatografia in fase liquida su colonna classica.
Si tratta di una tecnica cromatografica che permette di separare due o più composti presenti in un solvente sfruttando l'equilibrio di affinità tra una "fase stazionaria" posta all'interno della colonna cromatografica e una "fase mobile" che fluisce attraverso essa. Una sostanza più affine alla fase stazionaria rispetto alla fase mobile impiega un tempo maggiore a percorrere la colonna cromatografica (tempo di ritenzione), rispetto ad una sostanza con bassa affinità per la fase stazionaria ed alta per la fase mobile.


ELETTROFERESI
L'elettroforesi (pronuncia: elettroforèsi) è una tecnica analitica e separativa basata sul movimento di particelle elettricamente cariche immerse in un fluido per effetto di un campo elettrico applicato mediante una coppia di elettrodi al fluido stesso. Nel caso di una cella elettrolitica, il catodo assume carica negativa mentre l'anodo assume carica positiva, per cui le particelle si muovono verso l'elettrodo avente carica opposta rispetto alla carica della particella; in particolare si spostano verso il catodo se hanno carica positiva e verso l'anodo se hanno carica negativa; nel primo caso il processo è detto cataforesi, nel secondo anaforesi.
L'elettroforesi è un particolare fenomeno elettrocinetico. Un altro esempio di fenomeno elettrocinetico, simile all'elettroforesi, è l'elettrosmosi, in cui le sostanze presenti allo stato solido rimangono immobili, mentre quelle liquide migrano per effetto del campo elettrico applicato.


WESTERN BLOT
Il western blot o immunoblot è una tecnica biochimica che permette di identificare una determinata proteina in una miscela di proteine, mediante il riconoscimento da parte di anticorpi specifici; in generale, per facilitare il riconoscimento, la miscela di proteine viene prima separata in base alle loro dimensioni (o peso molecolare) utilizzando un gel di poliacrilammide (ma esistono variazioni quali il dot blot o slot blot, in cui la miscela proteica non viene separata in base alle dimensioni, ma ci si affida alla selettività antigene/anticorpo); successivamente le proteine vengono trasferite su un supporto, che comunemente è una membrana di nitrocellulosa, e quindi si procede al riconoscimento vero e proprio della proteina mediante l'utilizzo di un anticorpo specifico.



ELISA
ELISA è un acronimo derivato dall'espressione inglese enzyme-linked immunosorbent assay (saggio immuno-assorbente legato ad un enzima). Si tratta di un versatile metodo d'analisi immunologica usato in biochimica per rilevare la presenza di una sostanza usando uno o più anticorpi ad uno dei quali è legato un enzima: tale metodica d'indagine rientra nella categoria dei test immunoenzimatici. La sostanza da rilevare può essere un antigene appartenente ad un patogeno o una molecola più piccola, chiamata aptene, come per esempio per riconoscere la presenza di steroidi. Se invece di un enzima, viene usato un radionuclide (spesso l'iodio-125) per rilevare la positività del test, si parla di RIA (dall'inglese radio-immuno assay).


FRET
Il trasferimento di energia per risonanza (o RET o FRET, dall'inglese Fluorescence Resonance Energy Transfer o Förster Resonance Energy Transfer, o EET dall'inglese Electronic Energy Transfer) è un fenomeno di trasferimento energetico tra fluorofori. Si sfrutta per la determinazione delle strutture molecolari di molecole biologiche (come proteine, lipidi o acidi nucleici) in rapporto tra loro. Questo fenomeno, è stato descritto nel 1959 da Theodor Förster.
La tecnica spettroscopica che sfrutta questo fenomeno permette di individuare e caratterizzare con estrema precisione la distanza tra due molecole. Il meccanismo sfrutta la presenza di due molecole fluorescenti, dette donatore e accettore. Il donatore può essere eccitato ad una specifica lunghezza d'onda. Tale molecola emette energia che, a sua volta, può essere trasmessa all'accettore, in grado di conseguenza di emettere una fluorescenza visualizzabile dall'operatore. Tale processo avviene in modo ottimale solo se le due molecole sono a distanza ragionevolmente ristretta.


ANALISI CLINICHE E MIRCROBIOLOGICHE DI ROUTINE